Elogio di Giannasi, che da 50 anni rende Milano un posto (di gran lunga) migliore!

Il Milanese Imbruttito

– Ho conosciuto personalmente Dorando Giannasi una tiepida giornata d’ottobre dello scorso anno, e la prima cosa che mi ha colpito di lui, fuori da ogni spicciola retorica, è stata la sua straordinaria umanità.

Per molti il nome Giannasi è poco più di un’elegante insegna fuori moda in Piazzale Buozzi, ma per chi vive o ha vissuto il quartiere di Porta Romana, o per coloro che hanno passato abbastanza anni a Milano da sentirla tutta come casa propria, sa bene che dietro quella scritta verde su sfondo bianco illuminata giorno e notte, si nasconde una fetta importante della storia della nostra città. Importante come lo sono tutte le storie, piccole o grandi, così calate nella vita di un luogo, nei suoi umori e nella sua quotidianità, da diventarne esse stesse le protagoniste e le matrici.
Intorno al baracchino di Giannasi, per 50 anni – proprio oggi, 2 maggio, cade questa importante ricorrenza – si sono intrecciate vite, storie e racconti: quel piccolo angolo di mondo è stato il testimone silenzioso di incontri, baci, saluti e promesse.

E di tutto questo, di tutta l’umanità passata dalla piccola piazzetta in mezzo secolo di storia, fosse anche per un solo giorno, non rimangono che le foto e i ricordi di un uomo che solo in parte sembra essere consapevole di ciò che rappresenti per Milano.

Perché Dorando Giannasi, che ancora oggi si fa trovare elegante alla cassa di prima mattina, è un uomo troppo umile e modesto per poter lasciar trasparire la consapevolezza del suo contributo, che consta in primo luogo di una «politica aziendale» che ha sempre messo al centro le persone prima del guadagno. Ed è questo il motivo per cui al suo baracchino di Porta Romana, nel 2017, chiunque può ancora consumare un pasto completo a 5 euro. La sua, come ci ha raccontato, è una scelta consapevole aderente e conforme alla condizione economica della clientela, ed è uno dei motivi alla base del successo e delle code che si vanno formando sistematicamente ormai da anni ogni giorno in Piazza Buozzi.

Dorando Giannasi vuole bene aMilano, e proprio dai suoi occhi, quando ne parla, è evidente il profondo rispetto che prova verso quella clientela affezionata che lo ha reso grande negli anni.

È la riconoscenza il motore principale di tutta la sua storia, come lui stesso ci ha raccontato:

“Sono venuto qui che avevo appena 14 anni, e il ricordo più caro che ho di Milano è legato al mio primo datore di lavoro, un uomo che mi ha accolto e voluto bene come a un figlio. Sono stato con lui alcuni anni e, quando è arrivato alla pensione, senza chiedere una firma ha finanziato per me la ristrutturazione di questo posto a cui mi dedico da 50 anni”. 

Lui, che ha vissuto una vita intera nel quartiere, ha evocato con noi diversi ricordi e aneddoti, ed è riuscito anche a commuoversi (e commuoverci) parlando della tanta beneficienza fatta negli anni e di cui, da gran signore, ci ha chiesto di non parlare. Per quello che vale, possiamo assicurare che in questo campo i numeri del piccolo baracchino di Porta Romana farebbero impallidire aziende ben più grandi.

Dorando Giannasi è un uomo dal cuore grande, e nonostante non ci fosse bisogno di altre conferme, queste parole sono state per noi l’ennesima prova: “Spero che Milano torni ad essere una città alla portata dei cittadini, in cui la sensibilità verso chi fatica ad arrivare alla fine del mese torni ad essere motivo di preoccupazione per tutti. Quando si ha una attività sono due gli atteggiamenti che si possono mantenere: lavorare solo per se stessi, o farlo avendo a cuore il benessere del prossimo”.

E allora grazie Signor Giannasi, per lei e per Milano gli auguri di altri 100 di questi giorni.

DANIELE BIAGGI

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